È trascorso un anno da quando, in occasione del G7 di Biarritz del 2019, il Fashion Pact è stato presentato per la prima volta ai capi di Stato delle nazioni coinvolte. Si tratta di un progetto che ambisce a ridurre l’impatto ambientale del settore del Fashion & Luxury con attenzione al riscaldamento globale, alla biodiversità e alla protezione degli ocerani.
Promosso dal presidente francese Emmanuel Macron, il Fashion Pact riunisce una coalizione di aziende leader del settore della moda e tessile (ready-to-wear, sport, lifestyle e lusso), oltre ai fornitori e distributori, tutti impegnati al raggiungimento di una serie di obiettivi condivisi e focalizzati su tre aree principali:
- Arrestare il riscaldamento globale;
- Ripristinare la biodiversità;
- Proteggere gli oceani.
Per il settore Fashion & Luxury è la prima volta che un progetto di tale portata sociale e ambientale abbia avuto la forza di riunire i CEO di oltre 60 aziende leader mondiali impegnandoli su tre obiettivi ambientali: clima, biodiversità e oceani.
I 63 firmatari del patto ambientale provengono da più settori e 14 Paesi. Insieme rappresentano oltre 200 marchi e un terzo dell’industria della moda. I primi passi del progetto hanno riguardato l’istituzione di una struttura operativa attraverso l’ideazione di una dashboard digitale di KPI per misurare l’impatto congiunto. È stata inoltre avviata una prima attività collaborativa sulla biodiversità, appoggiandosi sulla competenza tecnica degli esperti dell’industria.
Gli obiettivi del Fashion Pact
Neutralità del carbonio
Le aziende firmatarie hanno fissato 7 obiettivi tangibili a favore del clima, della biodiversità e degli oceani, supportati da alcuni dei massimi esperti nel campo della ricerca, della scienza e della conservazione.
Per quanto concerne il clima, i firmatari del Fashion Pact si sono impegnati per l’implementazione dei cosiddetti Science Based Targets (SBTs) per il clima, in modo da raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050.
Gran parte delle aziende sta già portando avanti importanti iniziative individuali per ridurre le emissioni di gas serra e il risultato è che insieme i firmatari hanno ridotto le emissioni GHG di ~350-450.000 tonnellate (equivalente di CO2).
I membri hanno compiuto anche progressi significativi nella transizione verso l’approvvigionamento di materie prime a basso impatto ambientale, raggiungendo una percentuale di ~40% per il cotone ad esempio. Infine, 1/3 dei firmatari sta rispettando la tabella di marcia per raggiungere il 50% di energie rinnovabili nel 2020.
Il rispetto della biodiversità
Come primi obiettivi tangibili nella biodiversità, invece, i membri si sono impegnati ad attuare progetti individuali entro la fine del 2020 e a sostenere la deforestazione zero e la gestione forestale sostenibile entro il 2025.
L’80% delle aziende firmatarie non si era mai impegnato a favore della biodiversità prima di unirsi al Fashion Pact e il 50% di loro ha affermato che l’adesione al patto ha incoraggiato nelle rispettive organizzazioni lo sviluppo di azioni o impegni per fermare la deforestazione.
Gli oceani
Infine, rispetto alla salvaguardia degli oceani, la prima area di attenzione del Fashion Pact è l’eliminazione della plastica superflua e fonte di inquinamento presente negli imballaggi (inclusi bustine di plastica, grucce appendiabiti, confezioni e sacchetti).
I firmatari intendono completare l’eliminazione della plastica negli imballaggi B2C entro il 2025 e negli imballaggi B2B entro il 2030; assicurare che siano realizzati in plastica riciclata al 100% almeno metà degli imballaggi B2C entro il 2025 e almeno metà degli imballaggi B2B entro il 2030.
Non sempre la percentuale di successo di questo tipo di iniziativa è stata uniforme tra gli aderenti. Senza dubbio c’è ancora molto lavoro da fare, il 60% dei brand della coalizione è riuscito infatti a eliminare la plastica dai sacchetti, mentre è stato più complicato per quanto riguarda gli appendini e i sacchetti di trasporto B2B, per i quali soltanto il 15% dei membri è riuscito a eliminare la plastica.
Le traduzioni per il settore moda e lusso di Intrawelt
Uno dei settori nei quali Intrawelt ricopre un ruolo importante come agenzia di traduzione professionale è quello della moda e del lusso. Da molti anni gestiamo progetti di traduzione e interpretariato e inoltre offriamo servizi di copywriting SEO oriented, elaborazione grafica e transcreation per una moltitudine di marchi, alcuni dei quali hanno aderito al Fashion Pact e sono presenti in questo elenco.
Negli ultimi anni sono aumentati in maniera considerevole i progetti di traduzione di bilanci di sostenibilità in concomitanza con la sempre crescente sensibilità e con le emergenti necessità di monitorare e ridurre il deterioramento delle risorse naturali e dell’ecosistema ambientale.
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Inoltre, grazie alla presenza di Senior Project Manager dedicati, manteniamo un confronto costante con il cliente in modo da rispettare il tone of voice richiesto nel rispetto delle politiche del brand.
Le aziende della moda aderenti al Fashion Pact
Adidas
Aigle
Aldo Group
Auchan Retail
Bally
Bestseller
Bonaveri
Burberry
Calzedonia Group
Capri Holdings Limited
Carrefour
Celio
Chanel
Damartex Group
Dcm Jennyfer
Decathlon
Diesel
El Corte Ingles
Eralda
Ermenegildo Zegna
Everybody & Everyone
Farfetch
Fashion3
Fung Group
Gant
Groupe Galeries Lafayette
Gap Inc.
Geox
Groupe Beaumanoir
Groupe Eram
Groupe Etam
Groupe Idkids
Groupe Rossignol
Gruppo Armani
H&M Group
Herno
House Of Baukjen
Inditex
Karl Lagerfeld
Kering
Kiabi
Mango
Matchesfashion.Com
Moncler
Monoprix
Nike
Noabrands
Nordstrom
Paul & Joe
Prada S.P.A.
Promod
Puma Se
Pvh Corp.
Ralph Lauren
Ruyi
Salvatore Ferragamo
Selfridges Group
Stella Mccartney
Tapestry