Per concludere in bellezza questo 25° anno di attività, il Blog di Intrawelt è orgoglioso di presentare la sua serie di interviste Intraview. Per l’occasione, cercheremo di farvi conoscere meglio il nostro mondo attraverso una serie di interviste realizzate con alcuni membri del team. Inizieremo con le Project Manager Mery e Roberta. Buona lettura!
Harriet: Ok, iniziamo; mi potete dire qual è il vostro ruolo, da quanto tempo lavorate alla Intrawelt e le vostre lingue di lavoro?
Mery: Ufficialmente sono Project Manager senior ma lavoro anche come revisore. Lavoro alla Intrawelt da 3 anni. Francese e inglese sono le lingue con cui lavoro più spesso e che ho studiato, ma le combinazioni linguistiche dei progetti che gestisco sono le più svariate.
Roberta: Project Manager (ufficialmente) ma, come Mery, anche revisore; lavoro alla Intrawelt da 1 anno e qualche mese. Le mie lingue di lavoro principali sono inglese e francese, a volte lavoro anche con il portoghese, che però ho studiato soltanto per un anno.
H: Benissimo; allora, come siete riuscite a lavorare in questo campo? E a lavorare per la Intrawelt?
R: Ho avuto da sempre la passione per le lingue e per la traduzione, e per questo ho scelto di frequentare la facoltà di Lingue e Letterature straniere e poi la Scuola per Interpreti e Traduttori di Forlì; è stata questa formazione, e soprattutto la Laurea magistrale in Traduzione Specializzata, a permettermi di lavorare nel campo della traduzione. Lo stesso vale per la Intrawelt: lavoro per quest’azienda proprio per la mia formazione universitaria, in particolare grazie al tirocinio curriculare che ho scelto di svolgere qui, e che poi in poco tempo si è trasformato in un vero e proprio lavoro.
M: Già dalle scuole superiori (ho frequentato il liceo linguistico) speravo di poter lavorare in futuro con le lingue; la laurea magistrale presso la Scuola di Interpreti e Traduttori di Forlì mi ha poi permesso di lavorare nel campo dell’editoria bilingue, prima con contratti a progetto e a tempo determinato presso diverse case editrici francesi, poi come libera professionista in Italia, dove ho lavorato anche come traduttrice freelance. In qualità di traduttrice mi ero iscritta nel database della Intrawelt e dopo circa un anno sono stata contattata da Alessandro per un colloquio di lavoro. Una risorsa interna stava per andarsene ed io avrei dovuto sostituirla. Sono stata sottoposta a un test di traduzione e a un periodo di prova, durante il quale ho prevalentemente svolto lavori di revisione. Poi sono passata al project management.
H: Avete qualche consiglio da dare a chi vuole diventare traduttore o project manager? La formazione sembra veramente essenziale.
M: La formazione è essenziale, ma non basta.
R: Esatto, sicuramente frequentare una buona università per interpretariato/traduzione è essenziale, io consiglio Forlì o Trieste che sono le migliori in Italia e danno una formazione teorica ma anche molto pratica (cosa molto rara per le università italiane!). La formazione da sola non basta però – infatti con la sola laurea in traduzione non si diventa in automatico traduttori/PM – servono capacità informatiche, organizzative, linguistiche, e molto altro.
M: Oltre a una buona conoscenza delle lingue straniere di lavoro (ottima direi nel caso di un project manager revisore, insieme a un’ottima padronanza della propria lingua madre), occorrono senza dubbio buone conoscenze informatiche, capacità organizzative, flessibilità, tenacia, capacità di problem solving, attitudine a lavorare in un team e tanto buon senso.
H: Sicuramente le capacità straordinarie che avete menzionato aiutano tantissimo, ma come fate a gestire tutto il vostro lavoro?
M: Tutto si impara. Tra le cose che un project manager non può fare a meno di imparare è lavorare in fast paced conditions. Quando le richieste si accavallano, i tempi stringono e le risorse scarseggiano, bisogna innanzitutto mantenere i nervi saldi e cercare di capire a cosa dare la priorità. Ci sono momenti in cui si è sollecitati da tutte le parti e si deve cercare di soddisfare tutti senza uscirne a pezzi. In condizioni di stress elevato, ci si può far prendere dall’ansia e dall’agitazione e tutto diventa più difficile. Auto training, dunque; ma se è facile a dirsi, non è altrettanto facile da mettere in pratica. Comunque, tutto si impara.
R: Sono d’accordo, io sto ancora imparando! Col tempo si acquisiscono le capacità organizzative necessarie a gestire più progetti in contemporanea e in pochissimo tempo. In generale, si cerca sempre di dare priorità alle richieste più urgenti, poi (sono d’accordo con Mery) se le richieste si accavallano, come spesso accade, mantenendo i nervi saldi e senza farsi prendere dal panico bisogna cercare di far tutto in maniera ottimale. Per far questo è essenziale essere “multi-tasking” e soprattutto mantenere la calma.
H: Sì, immagino che sarà molto difficile, ma da quello che ho visto, sembrate sempre avere tutto sotto controllo!
M: Essere una donna aiuta molto nel multi-tasking!
R: Sono d’accordo!
H: Ah sì, e qui alla Intrawelt siamo tante! In base a quello che avete detto, quali sono gli aspetti migliori e quelli peggiori del vostro ruolo (se ve ne sono)?
R: Lati peggiori: le frequenti situazioni di forte stress, ma soprattutto l’estrema sedentarietà. All’inizio è stato difficile abituarmi a stare per 8/9 ore al giorno seduta al PC! Lati positivi: non è un lavoro ripetitivo, ogni progetto/testo è diverso dall’altro, ogni giorno si imparano cose nuove, si usano le lingue straniere, ci si confronta spesso con gli altri per trovare la soluzione migliore e si sviluppano ottime capacità organizzative. Direi che è un lavoro che tiene ben allenato il cervello!
M: Sì, la sedentarietà è forse il lato negativo peggiore di questo lavoro, come temo per chiunque lavori a tempo pieno seduto a una scrivania e davanti a un PC. Per me che sono mamma e che non rientro a casa in pausa pranzo per ottimizzare i tempi, qualsiasi lavoro a tempo pieno sarebbe comunque molto impegnativo.in questo settore, però, è difficile immaginare di poter lavorare come project manager part-time, perché ci si interfaccia con clienti e fornitori che lavorano a tempo pieno e che hanno (o possono avere) bisogno di noi dalla mattina alla sera.
H: Sì, sarebbe difficilissimo; riuscite a trovare un buon equilibrio tra lavoro e tempo libero?
M: Assolutamente no. Ma il fine settimana è sacro, e il fatto di non lavorare sabato e domenica mi permette di staccare la spina e di dedicarmi a me e alla mia famiglia. Da libera professionista, invece, ero con la testa sul lavoro anche nel weekend. E a volte dovevo lavorare di notte.
R: In settimana provo a sfruttare ogni minimo spazio del mio tempo libero, e il risultato è che non sono mai a casa ma almeno riesco a fare sport, uscire, andare al cinema, ecc. Ovviamente anche per me il fine settimana è sacro!
H: Sì, il fine settimana è un aspetto positivo del lavoro in ufficio! E per finire, in due frasi, mi potete dire: qual è stata la vostra sfida più grande di quest’anno? E quali sono le vostre speranze per il 2017?
M: Per me ogni giorno è una sfida. Dei progetti complicati che fanno sudare sette camicie, ci si dimentica presto.
R: La sfida più grande è stata sicuramente quella di riuscire a scrivere la tesi e laurearmi, e nel frattempo lavorare qui alla Intrawelt.
M: La difficoltà è sempre dietro l’angolo e arrivare a fine giornata con successo, nel senso che si è riusciti a fare tutto ciò che c’era da fare, è la soddisfazione più grande. Da mamma e moglie direi che la cosa più ardua è riuscire a conciliare il lavoro con la famiglia. Per il 2017 mi auguro tanta energia e buona salute, in modo da poter continuare ad affrontare le sfide di ogni giorno, in ufficio come a casa.
R: Per il 2017 mi auguro anche io ovviamente energia e salute, ce ne vuole abbastanza per questo lavoro! Spero di riuscire ad avere qualche giorno di vacanza in più e a fare tanti nuovi viaggi.
H: Spero anch’io che troverete queste cose! Vi meritate di raggiungere tutti i vostri obiettivi! Grazie mille per il tempo che avete dedicato a questa intervista, so che per voi è una cosa davvero di valore, in particolare dopo aver scoperto tutto quello che dovete fare ogni giorno! Vi auguro un buon 2017!
R: Grazie mille! Anche a te!
M: Grazie Harriet, è stato un piacere! Grazie anche per averci dato la possibilità di esprimerci e per averci ascoltato!